Recensione “Il lavoro intellettuale come professione” – Max Weber
Autore : Max Weber
Casa Editrice : Mondadori
“ Un uomo incivilito, il quale partecipa all’arricchimento della civiltà in idee, conoscenze, problemi, può diventare “stanco della vita” ma non sazio […] dunque la sua morte è per lui un accadimento assurdo. Ed essendo la morte priva di senso, lo è anche la vita civile come tale, in quanto, appunto con la sua assurda “progressività”, fa della morte un assurdo.”
Un’opera unica, quella del grande filosofo che riflette sulla situazione della Germania disastrosamente uscita dalla Grande Guerra e sul ruolo dell’intellettuale scienziato e politico, sui limiti intrinsechi e sul conflitto tra la scienza. Weber raccoglie in questo saggio due celebri conferenze, La scienza come professione e La politica come professione, entrambe tenute all’Università di Monaco tra il 1917 ed il 1919.
Un testo che ci apre al la mente e ci fa esplorare queste due professioni dal punto di vista di chi le ha osservate in anni davvero importanti
Gianpiero