Recensione “L’arte della Quiete” – Pico Iyer

Autore : Pico Iyer
Casa Editrice : Rizzoli

“ Stare seduto immobile era l’unico divertimento davvero intenso che aveva trovato nella vita, un divertimento profondo e sensuale e delizioso. Una vera festa”

Un mondo che non accenna a tirare il freno e con il quale è difficile stare al passo. Non esistono più approdi sicuri, la serenità degli affetti, il divertimento, le gratificazioni professionali, tutto sembra irraggiungibile. Per raggiungere le incessanti soddisfazioni il modo migliore è di rimanere immobili, come tanti maestri del pensiero ci hanno insegnato. 

Ma è proprio il tanto viaggiare che produce la conoscenza della vanità del viaggio fine a se stesso, e della vitalità collegata al suo opposto – la quiete.

Occorre quindi avere il coraggio di fermarsi, di rifugiarsi in uno spazio sicuro, per avere più grinta, saggezza e forza per uscire ed osservare la vita dalla giusta distanza ed affrontarla a testa alta.
Pico Iyer con il suo “Preferirei di no” ci fa riflettere su quanto dovremmo dire di fronte al pericolo che lo stress si trasformi in un’epidemia globale. La vera rivoluzione, l’unica in grado di dare all’esistenza un nuovo valore è smettere di fare e cominciare ad essere.

Ci ricorda che “parlare di quiete è davvero un modo per parlare di lucidità, di salute e di gioia”, e come fa dire all’ammiraglio Byrd “metà della confusione del mondo deriva dal non sapere di quanto poco abbiamo bisogno”.

“Questo libro è un invito all’avventura di non andare da nessuna parte”

Gianpiero